A darmi lo spunto per l’articolo è ancora una volta l’azione più semplice che si possa fare al termine di una giornata di lavoro: aprire una buona bottiglia per sorseggiarla con lentezza e tranquillità. Il senso del vino, si sa, è anche quello di essere un messaggero di tante cose e, tra queste, forse la principale è di suscitare dei ricordi, in certi casi delle intuizioni. Sta di fatto che, questo vino mi ha riportato a un viaggio di parecchi anni fa in Sicilia, a Ragusa, dove alla ricerca di prodotti particolari, conobbi Gaetana Jacono, quella che oggi è considerata una delle “donne del vino” più dinamiche e competenti non solo di questa splendida Isola, ma dell’insieme dell’Italia enologica innovativa. Oltre che dai suoi vini, in particolare dall’allora sconosciuto Frappato (omonimo antico vitigno), rimasi colpito dai suoi capelli, dalla sua vivace intelligenza e, in particolare, lei molto giovane, dalla sua visionaria idea di far diventare quel vino un ambasciatore planetario, un motore attraverso il quale comunicare la positività della Sicilia e far crescere l’economia. Un “caterpillar” di ragazza, con un’idea fissa che, perfezionata con il tempo, si basava su un principio che, appunto, è trasversale al mio pensiero: “l’innovazione si basa su piccole cose che fanno grandi cose”.
A questo proposito, infatti, c’è una parola, Jugaad, che in lingua hindi segnala una soluzione innovativa a una necessità, immancabilmente originata dall’intelligenza e dall’ingegno dell’uomo. E’ un termine che descrive un processo di cambiamento che deriva sempre dal basso e che, se ben guidato, è in grado di generare sbocchi efficienti a costi e investimenti limitati. Nella vita di tutti i giorni jugaad è un po’ come un’apparente “semplice” idea capace di risolvere velocemente un problema o, come diremmo in Italia, questo vocabolo hindi potrebbe rappresentare l’arte di arrangiarsi, quella capacità di utilizzare il “genio italiano” e la sua versatilità, per far fronte ai mille impicci reali e imprevisti della vita.
Detto così potrebbe sembrare il vecchio detto per cui “la necessità aguzza l’ingegno” se non fosse che, alla base di questa “rivoluzione culturale”, c’è un attualissimo e virtuoso concetto: che la scarsità e la frugalità, siano la fonte d’ispirazione futura dell’innovazione.
Io, con molta modestia, definirei tutto questo come la capacità di rendere eccezionale la normalità o, forse meglio ancora, come la sensibilità di cogliere lo straordinario nell’ordinario, come in tutte quelle situazioni che, su questo magazine, ho più volte narrato nell’ambito di storie legate al vino e all’agricoltura.
Perché è proprio in questo mondo che si scovano gli esempi più forti, come nel caso di Gaetana Jacono che, oggi alla guida, insieme a Francesco Ferreri, di una storica azienda come Valle dell’Acate, è riuscita in “pochi” anni, con “metodo jugaad”, a dare un futuro a un’idea ricca di valori, di aspirazioni e di storia.
Che dire quindi del suo Vittoria Frappato se non che, per me, si tratta di un “piccolo-grande” vino in grado di dare sensazioni piacevolissime nei profumi e alla beva. In bocca, non è prepotente e corpulento, al contrario è fresco e d’animo elegante, paragonabile a un nervoso Pinot Nero, da domare. Al naso frutti di bosco e salvia, per tanta fragranza e gioia sensoriale. Io lo consiglierei come aperitivo, con del pesce crudo. Con il tonno rosso di Sicilia, però, ……. è il massimo di “Jugaad”.
Giacomo Mojoli, marzo 2016
* testo tradotto